L'allarme
della situazione devastante del tetto, quindi dell'acqua che si
infiltrava nei muri e addirittura negli affreschi, soprattutto quello di
Nicola Moietta, pittore caravaggino del Cinquecento, era stato dato dai
volontari che "accudivano" la Chiesta di san Bernardino, permettendone
l'uso e le funzioni. Allarme raccolto da Angelo Sghirlanzoni, quindi dal
Comitato "Città dell'Adda" che organizzò una conferenza stampa
all'interno della chiesa, presenti le testate dei settimanali e
quotidiani bergamaschi. Il giorno dopo apparvero sul Corriere Bergamo e
sull'Eco, cos' sui Popolo Cattolico e il Giornale di Treviglio, ampi
servizi che provocarono interventi sugli stessi giornali nei giorni
successivi, fino alla presa di posizione della Soprintendenza delle
Belle Arti della Lombardia.Il
Comitato "Città dell'Adda", allargato ai volontari di San Bernardino e
personalità caravaggine, ottenne la convocazione di un incontro con il
Sindaco Prevedini, successivamente con Italia Nostra di Bergamo ed altri
enti iteressati al patrimonio artistico locale.Ne
scaturirono una serie di azioni dell'Amministrazione Comunale e
dell'Associazione "Salviamo San Bernardino" nata in quei giorni, quindi
ad un'imponente raccolta di fondi, anche privati.Questa la cronaca vera, ovviamente dimenticata, perchè i meriti se li prendono sempre i generali e non i soldati.
L'allarme
della situazione devastante del tetto, quindi dell'acqua che si
infiltrava nei muri e addirittura negli affreschi, soprattutto quello di
Nicola Moietta, pittore caravaggino del Cinquecento, era stato dato dai
volontari che "accudivano" la Chiesta di san Bernardino, permettendone
l'uso e le funzioni. Allarme raccolto da Angelo Sghirlanzoni, quindi dal
Comitato "Città dell'Adda" che organizzò una conferenza stampa
all'interno della chiesa, presenti le testate dei settimanali e
quotidiani bergamaschi. Il giorno dopo apparvero sul Corriere Bergamo e
sull'Eco, cos' sui Popolo Cattolico e il Giornale di Treviglio, ampi
servizi che provocarono interventi sugli stessi giornali nei giorni
successivi, fino alla presa di posizione della Soprintendenza delle
Belle Arti della Lombardia.
Il
Comitato "Città dell'Adda", allargato ai volontari di San Bernardino e
personalità caravaggine, ottenne la convocazione di un incontro con il
Sindaco Prevedini, successivamente con Italia Nostra di Bergamo ed altri
enti iteressati al patrimonio artistico locale.
Ne
scaturirono una serie di azioni dell'Amministrazione Comunale e
dell'Associazione "Salviamo San Bernardino" nata in quei giorni, quindi
ad un'imponente raccolta di fondi, anche privati.
Questa la cronaca vera, ovviamente dimenticata, perchè i meriti se li prendono sempre i generali e non i soldati.
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